
Giusto qualche tempo fa ho assistito ad un seminario sul Pinot noir. La lezione si è tenuta in maniera magistrale spiegando, attraverso cartine e grafici, come il vitigno del pinot noir ben si adatti a determinate zone (una tra tutte, la più vocata, la Bourgogne) grazie alle sue peculiarità, come ad esempio la compattezza del grappolo, che mal sopporta le zone umide, e come il territorio faccia davvero la differenza tra "un gran vino" e "un vino". Il pinot noir infatti preferisce terreni in prevalenza calcarei. Tra le caratteristiche principali di questo vitigno ci sono alta acidità e basso tenore tannico. Una curiosità, infatti, che mi è rimasta impressa è che si possono usare anche i raspi in vinificazione ( parte del grappolo che viene sempre scartata perché conferisce sensazioni sgradevoli al vino) a patto che la pianta abbia almeno 50 anni... curiosità poi seguita da una degustazione di alcuni vini vinificati con questa tecnica e devo essere sincera, molto interessanti. Una degna di menzione è stata sicuramente la degustazione di Barthenau - Vigna Sant'Urbano di Hofstatter 2015.
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